Nacque
a Verona il 29.6.1879 e morì a Messina il 31.12.1953.
Si
laureò in Matematica nel 1901 presso l'Università di Torino, dove era
uno dei più brillanti allievi di Corrado Segre che, proprio in quell’occasione,
scriveva a Mario Pieri: "Un altro bravo giovane abbiam laureato
nei giorni scorsi, certo Giambelli, al quale avevo comunicato un anno
fa una tua formola inedita sugli spazi secanti. Nella sua tesi di laurea
egli ha dato (insieme ad altre cose) una bella espressione simbolica del
prodotto
dalla quale si traggono immediatamente come corollari le formole tue,
di Schubert e di Castelnuovo" (20.11.1901, cfr. Arrighi G. (a cura
di), Lettere a Mario Pieri (1884-1913), Quaderni Pristem, Università
Bocconi, Milano 1997, p. 114).
Rimase a Torino come assistente di Geometria fino al 1903, quando si trasferì
all'Università di Genova come libero docente sulla cattedra di Geometria
proiettiva e dove, nel 1906, fu incaricato del corso di Geodesia teoretica.
Nel 1910 fu chiamato all'Università di Cagliari come professore di Algebra
complementare e qui rimase fino al 1912. Dopo aver insegnato anche all'Università
di Pavia, nel 1915 si spostò all'Università di Messina come professore
straordinario di Analisi algebrica. Dal luglio del 1916, per tre anni,
fu ufficiale dell'esercito e si occupò, fra l’altro, dello studio delle
traiettorie dei missili. Nel 1925 ottenne l’ordinariato di Analisi algebrica
presso l’Università di Messina, dove rimase fino al collocamento a riposo.
Lasciò una cinquantina di lavori dedicati alla geometria algebrica e a
questioni di geometria numerativa. Appena due anni dopo la laurea, nel
1903, pubblicò due fra le sue memorie più importanti: Il problema della
correlazione negli iperspazi e Risoluzione del problema degli spazi
secanti, dove si trova il suo risultato più noto, la formula detta
di Giambelli-Thom-Porteous. Già in questi lavori si riscontra una
particolare abilità nel tradurre le questioni geometriche nel linguaggio
algebrico e combinatorio e, viceversa, nell'ottenere notevoli risultati
di tipo geometrico dalla manipolazione formale. La tendenza a formalizzare
al massimo i procedimenti è ancora più evidente nell’articolo Sul principio
della conservazione del numero, apparso nel 1904 sulla rivista
Jahresbericht der Deutschen Mathematiker-Vereinigung: non stupisce,
dunque, che di qui sia nata un’aspra controversia che lo contrappose a
Francesco Severi, sostenitore,
invece, della superiorità del metodo intuitivo. Uno degli articoli più
profondi e che meglio mostra il suo sforzo di fornire una soluzione rigorosa
ai problemi di geometria numerativa è Risoluzione del problema generale
numerativo per gli spazi plurisecanti di una curva algebrica, apparso
nel 1909 sulle Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Fonti bibliografiche
Tricomi
1962, p. 59; B.D. Laksov,
Remarks on Giovanni Zeno Giambelli's work and life, in A. Brigaglia,
C. Ciliberto, E. Sernesi
(a cura di), Algebra e geometria (1860-1940): il contributo italiano,
Suppl. ai Rend. Circolo Mat. Palermo, 2, 36, 1994, pp. 207-218.
Elenco
delle pubblicazioni
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