Nacque
ad Arezzo il 13.4.1879 e morì a Roma l'8.12.1961.
Nel
1896 terminò gli studi secondari presso l'Istituto tecnico di Arezzo e
gli venne assegnata una borsa di studio che gli permise di iscriversi
all'Università di Torino come allievo ingegnere. I suoi professori, fra
cui Corrado Segre, Vito Volterra e Giuseppe Peano, lo persuasero ben presto
a rivolgersi agli studi di matematica. In particolare si appassionò alla
geometria e, sotto la guida di Segre, si laureò nel 1900 con la tesi:
Sopra alcune singolarità delle curve di un iperspazio, che venne
poi pubblicata l'anno seguente nelle Memorie dell'Accademia delle Scienze
di Torino (1901). Fu assistente di Enrico D'Ovidio
per un anno e, sempre a Torino, dal 1902 al 1905 tenne, come libero docente,
il corso di Geometria proiettiva e descrittiva. Si trasferì quindi a Bologna
dove fu assistente di Federigo Enriques
con il quale condivise molte idee scientifiche e filosofiche. In seguito
fu assistente di Eugenio Bertini a Pisa e, nel 1904, ottenne la cattedra
di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Parma, dove rimase
per un solo anno.
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Arezzo
1879 - Roma 1961
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Nel
1905 si spostò a Padova, ove rimase per diciassette anni (interrotti dallo
scoppio della Prima guerra mondiale, durante la quale fu arruolato in
artiglieria) cambiando spesso insegnamento e ricoprendo, fra l'altro,
la carica di direttore della Scuola di Ingegneria.
Nel 1921 venne chiamato all'Università di Roma ad occupare la cattedra
di Analisi algebrica alla Facoltà di Scienze. Nel 1939 fondò l'Istituto
Nazionale di Alta Matematica (INDAM) di cui fu presidente fino alla morte.
Insieme a Mauro Picone, presidente dell’altra grande istituzione di ricerca
della matematica italiana, cioè l’Istituto Nazionale per le Applicazioni
del Calcolo (INAC), fu uno dei più fedeli interpreti della politica culturale
del regime fascista.
Diede i suoi contributi più rilevanti nel campo della Geometria algebrica
e fu uno dei più illustri rappresentanti della scuola italiana di Geometria,
insieme al suo maestro Corrado Segre, a Guido Castelnuovo
e a Federigo Enriques. Il periodo che trascorse a Torino sotto la guida
di Segre fu decisivo per la sua attività scientifica; da Segre apprese
sia la notevole abilità nel lavorare nel campo proiettivo iperspaziale
sia la passione per le questioni algebriche e numerative.
La sua produzione scientifica conta circa 400 lavori tra note e memorie,
oltre che numerosi trattati. Ottenne risultati molto importanti soprattutto
nel campo delle proprietà delle superfici e delle varietà algebriche invarianti
per trasformazioni birazionali, risultati che lasciarono una notevole
impronta sullo sviluppo del pensiero geometrico. Nel 1904 pubblicò sui
Rendiconti dell'Accademia dei Lincei la Nota Sulle superficie algebriche
che posseggono integrali di Picard della 2° specie, nella quale riuscì
a dimostrare che una siffatta superficie è necessariamente irregolare.
Con un gruppo di lavori pubblicati dal 1905 al 1910 costruì la teoria
generale della base per le superfici, realizzando un’intima fusione tra
gli strumenti algebrico-geometrici della scuola italiana e quelli trascendenti
della scuola francese. Nella memoria Fondamenti per la geometria sulle
varietà algebriche, apparsa nel 1909 sui Rendiconti del Circolo Matematico
di Palermo, pose le basi della geometria sulle varietà algebriche non
singolari di dimensione superiore a due. I problemi
che vi affrontava erano assai ardui e la loro soluzione fu ottenuta solo
intorno agli anni cinquanta da K. Kodaira e D.C. Spencer.
Nel 1932 scoprì la serie di irregolarità sopra una superficie irregolare
e di qui trasse lo spunto per creare la teoria delle serie di equivalenza
su una superficie e, più in generale, dei sistemi di equivalenza su una
varietà r-dimensionale, che sviluppò, in seguito, in numerose note
e in un trattato in tre volumi, pubblicato negli anni 1942-1959.
Diede contributi di rilievo alla teoria delle funzioni analitiche di più
variabili complesse, a quella delle varietà abeliane e quasi abeliane, alla
teoria della relatività, alla geometria proiettiva e a quella numerativa.
La sua vasta produzione annovera anche numerosi lavori di carattere divulgativo,
didattico e storico. Tra i suoi allievi ci furono Annibale Commessatti,
Giacomo Albanese, Beniamino Segre e Fabio Conforto.
Fu socio di gran parte delle accademie italiane e straniere: fra esse ricordiamo
l’Accademia delle Scienze di Torino, di cui fu socio dal 1918, e quella
dei Lincei, dal 1910. Fu insignito di numerosi premi, riconoscimenti e medaglie
Fonti bibliografiche
B.
Segre, Severi Francesco,
DSB 12, pp. 330-332; A. Conte,
L. Giacardi, Francesco
Severi FSTD, pp. 568-574.
F. Severi, Opere matematiche.
Memorie e note, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 6 voll. 1971-1989.
Elenco
delle pubblicazioni
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