Gino Fano
(1871-1952)
Nacque a Mantova il 5.1.1871 e morì a Verona l'8.11.1952.Frequentò
per quattro anni il Collegio militare di Milano e completò gli studi secondari
a Mantova presso l'Istituto tecnico. Si iscrisse nel 1888 all'Università
di Torino come allievo ingegnere, ma passò successivamente agli studi
di matematica ed ebbe la fortuna di seguire nel 1890-91 il celebre corso
di Corrado Segre dedicato alla Geometria degli enti algebrici semplicemente
infiniti. Nel 1892 si laureò con una tesi sulla Geometria iperspaziale.
Nello stesso anno fu assistente di Enrico D'Ovidio
presso l'Università di Torino e poi si recò a Göttingen per un anno
di perfezionamento con Felix Klein. In questo periodo tenne alcune conferenze
molto apprezzate alla Mathematische Gesellshaft sui risultati e le ricerche
della scuola italiana di geometria. Tornato in Italia, si portò a
Roma dove, dal 1894 al 1899, fu assistente di Guido Castelnuovo,
che aveva conosciuto durante gli studi universitari. Nel 1899 divenne
- in seguito a concorso - professore ordinario di Algebra e geometria
analitica presso l'Università di Messina, dopo aver ricevuto da Klein
- come risulta dal carteggio tra i due - l'offerta di una cattedra di
Geometria.
Mantova 1871 - Verona 1952
Nel 1901 - sempre in seguito a concorso - tornò a Torino come professore
di Geometria proiettiva e descrittiva con disegno.
Tenne questo insegnamento fino al 1938. Insegnò per incarico anche Geometria
superiore nel 1924-25.
Nel 1923 tenne una ventina di lezioni sulla scuola italiana di Geometria
all'University College of Wales di Aberystwith.
In seguito alle leggi razziali del 1838, essendo ebreo, fu allontanato
dall'insegnamento e dovette lasciare Torino. Negli anni 1940-46 soggiornò
in Svizzera a Losanna dove, fra l'altro, nel 1945, insegnò come supplente
Geometria descrittiva all'école d'Ingénieurs. Tornato in Italia tenne
per un anno il corso di Geometria analitica. Venne poi nominato professore
emerito, ma ridusse molto la sua partecipazione alla vita accademica e
preferì trascorrere la maggior parte dell'anno in America, dove si erano
stabiliti i figli.
Fu essenzialmente un geometra algebrico e l'interesse per questo campo
della matematica gli fu inculcato fin da studente dal maestro Segre e
da Castelnuovo. Prima di laurearsi, nel 1890, curò, su invito di Segre,
la traduzione italiana del Programma di Erlangen di Klein, che
egli considerava "lavoro di piccola mole, ma di importanza filosofica
perché inteso a coordinare da un unico punto di vista le varie branche
della geometria".
La sua produzione scientifica consta di circa 120 pubblicazioni che possono
venire suddivise nei tre indirizzi di ricerca proiettivo-iperspaziale,
differenziale-gruppale e birazionale, che risentono a loro volta dell'influenza
rispettivamente dei tre maestri: Segre, Klein e Castelnuovo. Fu pioniere
nello studio delle varietà algebriche a tre dimensioni: introdusse tali
varietà nella sua comunicazione al Congresso internazionale dei matematici
a Bologna nel 1928 e continuò a studiarle per quarant'anni, riuscendo
a delinearne, in una serie di memorie pubblicate fra il 1930 e il 1948,
una classificazione completa. Degni di nota sono anche due articoli sulla
Encyklopädie der mathematischen Wissenshaften, il primo di carattere
storico, sulla contrapposizione tra geometria sintetica e analitica nel
XIX secolo, e il secondo sui gruppi continui. Tra i suoi allievi ricordiamo
Alessandro Terracini, Beniamino
Segre e Eugenio Togliatti.
Fu socio dall'Accademia delle Scienze di Torino dal 1935 e di quella dei
Lincei dal 1919. Dal 1924 al 1938 fu direttore della Biblioteca matematica
dell'Università di Torino, succedendo a Segre.